lunedì 28 luglio 2014

E le ciavatte?

Pensavo che le onde mi avrebbero raccolta.
Vengo da lontano, sono nata in una terra piena di luce in cui il verde è più verde e la luce filtra nel cielo,  colorandolo di sfumature indescrivibili.
Trascinata in volo in un posto sconosciuto, che è diventato la mia casa
L’altra notte, quando sono rimasta sola sugli scogli, ho pensato che le onde mi avrebbero portata via, prima raccolta, poi abbandonata… di nuovo, come su quella spiaggia.
Le luci umane delineavano il confine del mare che spumeggiava sulla sabbia.
Un paio di piedi nudi si avvicinarono e due grandi mani mi raccolsero.
“Oh Sebb! Me so perso il marsupio con dentro le chiavi di casa, quelle della macchina, il cellulare e il portafogli. L'ho cercato sugli scogli... Non l’ho trovato, ma ho trovato questa, la felpa; te l’eri scordata!”

martedì 15 luglio 2014

Dì, Lù e la pittura

L’ordine non è mai stato il mio forte, la noia mi pervade e non ho voglia di stare troppo tempo a sistemare.
Dì aveva cominciato a dipingere, dicendo che lo rilassava.
Me ne stavo tranquillo a godere del mio ozio, non avevo neanche voglia di mettere, come al solito, zizzania tra le cavie. Dì tornò da una delle sue escursioni esplorative in giardino, portando una cassa di cianfrusaglie. “Ho pensato” diceva “che potrei usare la luce ed il prisma per dividere i colori generando qualche pennellata qua e là.”

Stavo zitto.

Fumavo.

Lo guardavo.

Era convinto che la colpa del ritardo evolutivo degli esseri umani era il mio: diceva che i miei continui dispetti avevano creato una sorta di blocco nello sviluppo di quei poveracci; allora si era messo in testa questa cosa della pittura con la luce.
Con questo si conquistava il titolo di misericordioso.

Lo odiavo.

Li odio.

Ho donato loro passioni travolgenti, attimi di sfrenata gioia e...
Loro…
...l’hanno chiamato “Peccato”!