sabato 21 aprile 2012

La festa dei Pensieri.


Si affacciano ripetutamente ormai da giorni.
Mi lascio affascinare da loro come capitava una ventina d’anni fa; avranno, forse, oggi più senso?
La differenza sta nell’analisi delle possibilità di realizzazione delle idee stesse: le utopie giovanili, seppur supportate da una considerevole energia, restavano comunque utopie; quel che oggi si sporge tra i lucidi pensieri si presenta con l’etichetta “fattibile”… lo sarà?
Guardo da lontano la festa dei pensieri: sono tutti su una bella terrazza fronte lago, lo specchio d’acqua riflette tutte le luci di contorno sfumandole nel buio centrale; vengono servite bevande gassose eccessivamente zuccherate di cui sono colmi i bicchieri dei pensieri frivoli (che si chiudono tra loro in un cerchio chiassoso).
Seduti su sterili sedie, appoggiate ad un grigio muro, sono allineati i pensieri di lavoro che silenziosi bevono da bottigliette d’acqua liscia.
Di fianco alla ringhiera, con l’occhio al panorama, stanno le idee filosofiche ed i pensieri metafisici con i loro calici scarlatti che, di tanto in tanto, accostano alle labbra ascoltando ed illuminandosi ogni volta che l’uno incrocia lo sguardo dell’altra.
Tutto sommato il party scivolerebbe via composto se non fosse per la presenza di un gruppo di paranoie, già al quarto bicchiere di Rum, che gironzolano sciolte tra i vari gruppi seminando dubbi come fossero coriandoli.

A 33 Giri.

Ma sì, forse l’ultimo post scritto sancisce questo spazio come Mio nuovo Blog.
C’è sempre un motivo per cui le cose accadono: forse il mio destino imponeva la perdita del vecchio splinder e, probabilmente, era venuto il tempo di voltar le spalle e proseguire.
Oggi ho riscoperto il vinile: un mondo di dischi di musica classica nel mobile dell’ingresso ed il giradischi da spolverare e ricollegare allo stereo.
Una mezz’oretta in tutto e, come per magia, ora Mozart suona la sua “Jupiter “ nella sala da pranzo, il sole filtra dalla porta finestra ed il vento scuote le fronde degli alberi dei piccolo parco.
Perfetto.
21 aprile 2012: natale di Roma, come non omaggiarla con una soave colonna sonora per gli eventi scaturiti dai suoi umori?
Caffè e tabacco nella bocca.
Cambio disco: dalla custodia faccio scivolare un piatto nero, lucido. Soffio via qualche granello di polvere, lo appoggio al suo posto e porto il braccetto della puntina sul primo anello: Sinfonia n. 38.
Leggera.

Beethoven: Chiaro di Luna - Sonata per pianoforte n.14 in do diesis min. op. 27/2.
Qua e là qualche "scricchiolio" che colora il suono.
Sono sulla macchina del tempo.
Triste è pensare che i bambini di oggi non proveranno mai il gusto di ascoltare questo lievissimo, quasi impercettibile fruscio...